L’importanza della Comunità nella Medicina Sciamanica e Mistica
Alcune argomentazioni sullo
sciamanesimo arrivano qui in Europa deviate e tante persone ci abboccano,
giustamente, a causa della cultura in cui siamo cresciuti dove quello che è
scritto conta più di quello che le persone fanno o raccontano a voce, per cui si
crede più ai libri che alle persone in carne ed ossa. Non solo molto spesso si
crede più alla persona che viene da lontano che a quella che incontriamo tutti
i giorni, di cui possiamo osservare la coerenza ( o anche la non coerenza)
Qui è arrivato il falso mito dell*
sciaman* , come dire, onnipotente, che tutto può da solo.
In realtà non è così: nelle società
sciamaniche tradizionali, come ancora qui, in Sardegna e Italia succede, spesso, che
per occuparsi di casi molto gravi che ci si unisca tra persone con doni
sciamanici o custodi di riti nei rituali, per moltiplicare la potenza del
rituale.
Per esempio la genuinità delle
Donne Indigene ( una rappresentanza di donne-guaritrici anziane di diversi paesi) quando le ho incontrate è stata farcita anche di questo, c’erano
quelle che si sono occupate di fare il rito principale e le altre erano a
sostegno energetico ed anche pratico: quando è capitato che qualche persona
vivesse il rito in maniera particolarmente profonda le altre andavano ad
occuparsi delle persone, abbracciandole, purificandole, stando con loro tutto
il tempo necessario perché potessero tornare in equilibrio.
E siccome l’equilibrio della
persona e della società sono la base di questa visione di Medicina (inteso come
un qualcosa che Cura) tutto si muove per portare questo equilibrio.
Esistono dei rituali in tutto il
mondo in cui l* sciaman*, o anche piu di una di queste figure, coordina il
lavoro a livello energetico e tutta la comunità o alcuni membri vengono resi
parti attive dei rituali.
Nei nostri territori per esempio il ballo della
Taranta o su Ballu de S’Argia sono rituali in cui è necessaria la partecipazione sociale, in altri territori, un rituale che mi viene in
mente è quello della “barca” in cui il “malato” viene messo al centro di una
barca, i prescelti davanti e dietro di lui e la figura sciamanica davanti,
tutt* insieme faranno il viaggio ma solo la figura sciamanica agirà, le altre
persone servono per raccontare quello che hanno visto durante il viaggio e per
sostenere a livello energetico la figura sciamanica.
Nel Buddismo della Soka
Gakkai, un altro esempio che mi viene in mente, c’è il “sostegno” tra
praticanti dove ci si organizza per andare a recitare a casa della persona che sta
passando un momento di difficoltà, questo poi c’è in tante altre fedi simile, e
per finire mi viene in mente un rituale femminino insegnato da Viki Noble in
cui tutte le donne in cerchio impongono le mani su quella sdraiata al centro e
facendo scorrere l’energia della Madre Terra si porta nuovo equilibrio alla
donna centrale e a rotazione tutte vanno al centro.
Altra cosa molto chiara soprattutto
dall’ultimo rituale di cui parlo è l’importanza della Circolarità nel rito, in
questo molto chiaro e immediato, in quello della barca o del sostegno buddista
la circolarità è più lenta a manifestarsi ma prima o poi tutt* potremo avere bisogno
del sostegno impegnato e amorevole della Comunità. E se no ne avremo bisogno
potremo solo gioire, di essere rimasti così forti e sani da avere sempre un
ruolo di sostegno.
Manuela Congiu Janabella